I trapianti di fanerogame marine rappresentano operazioni oggi largamente condivise negli interventi di recupero e risanamento dei fondali lagunari, tanto da essere inclusi tra gli interventi di compensazione di grandi opere.

E’ chiaro che detti interventi richiedono specifiche attenzioni alle specie e all’habitat: in particolare, se nei fondali in cui le specie vengono reimpiantate non vi sono le condizioni favorevoli al loro sviluppo, queste finiscono col regredire e scomparire; se al contrario le condizioni risultano idonee le specie sono destinate nel tempo ad arrivare e affermarsi spontaneamente.

Per detto motivo nel progetto di riqualificazione dell’habitat di prateria eseguito nell’isola della Certosa si è valutato di riposizionare le piante rimosse in aree in cui le fanerogame sono già presenti con specie adeguate, ma si trovano in condizioni nelle quali i trapianti risultano particolarmente utili apportando un sicuro beneficio nella prospettiva del mantenimento e sviluppo dei popolamenti e del loro stato conservativo.

A seguito degli interventi di trapianto vengono simultaneamente eseguite una serie di attività di verifica e di monitoraggio delle comunità acquatiche che comprendono la mappatura annuale della prateria trapiantata nelle aree riceventi e lo studio degli organismi presenti al loro interno, siano essi forme epifite (fauna bentonica presente sulle foglie delle piante) o vagili (fauna nectonica comprendente le specie ittiche, quelle appartenenti ai cefalopodi e i decapodi reptanti).

Durante le operazioni di mappatura vengono valutate di volta in volta, oltre alle coperture delle piante, anche la loro capacità di colonizzare le aree circostanti le zone di impianto.